L’espressione «marito di una sola moglie» non si riferisce al passato matrimoniale di una persona, ma al suo stato attuale. Non intende squalificare chi è stato divorziato in passato, ma piuttosto chi è attualmente infedele alla propria sposa. L’attenzione non è su un evento legale passato, ma sul carattere presente e sulla fedeltà.
L’enfasi sul presente
Sia in 1 Timoteo 3:2 che in Tito 1:6, l’intero elenco di requisiti per un leader cristiano si basa sul verbo «essere» al presente. L’obiettivo è che il leader sia «irreprensibile», e tutte le caratteristiche, inclusa questa, si sviluppano in base a tale principio. Non si tratta di un’azione passata, ma di una qualità del carattere attuale.
La frase non squalificherebbe una persona divorziata che è rimasta single. Se l’intento fosse stato quello di escludere i divorziati, Paolo l’avrebbe detto in modo molto più chiaro, evitando di usare un’espressione così ambigua.
La grazia e il carattere
Interpretare questo passaggio come una squalifica basata su un divorzio passato è un concetto inadeguato della grazia di Dio. La Bibbia insegna che ogni peccato può essere perdonato e che la riconciliazione totale è sempre possibile. Proibire a un uomo di accedere alla leadership a causa del suo passato sarebbe una forma di legalismo, giudicandolo in base a una questione puramente legale, anziché sul suo carattere attuale.
Tuttavia, un uomo che nel presente dimostra una grave mancanza di carattere morale, commettendo un peccato abominevole contro sua moglie, la sua chiesa, i suoi figli e il suo Dio, non è adatto per il sacro ministero pastorale. Questo perché il matrimonio, secondo la Scrittura, è un’unione sacra (Efesini 5:25), e la fedeltà in esso è una chiara dimostrazione del carattere irreprensibile che sia Timoteo che Tito enfatizzano.
In sintesi, l’espressione «marito di una sola moglie» indica un uomo che è totalmente dedito e fedele alla sua sposa, concentrato su di lei e sulla purezza della loro relazione.